lunedì 17 ottobre 2011

Il monoteismo


Il monoteismo





La caratteristica fondamentale delle tre religioni monoteistiche: il cristianesimo, l’islam, e l’ebraismo, è la fede nell’unico Dio. Per studiare e comprendere queste religioni si deve necessariamente considerare l’idea di Dio. Le religioni monoteistiche sono in tanti aspetti molto simili tra loro e come fondo non hanno una sostanziale differenza, per trovare diversità bisogna entrare nei particolari delle diverse teologie.

 

IN PRINCIPIO DIO NON C’E’.

Quando mi viene posta la domanda se io credo in Dio o se Dio esiste, io semplicemente  rispondo che Dio non c’è, la mia non è un’opinione ma una constatazione.

Io nego in principio l’esistenza di Dio solo perche Dio non è presente, e la sua assenza reale, è totale. Dio non è realmente, nel senso che non è rilevabile dai sensi. E’ assente dalla vita personale degli uomini e dalla loro avventura umana, è assente dalla storia dei popoli. La dimostrazione più logica dell’inesistenza di Dio sta nella sua totale assenza. Ecco perché io mi definisco ateo. Chi dichiara di credere in Dio, il Dio creduto vero dalle religioni monoteiste, si trova a dovere affrontare una contraddizione di impossibile soluzione, che consiste nella  scelta di Dio di restare assente ed insensibile al dramma dell’uomo, insensibile al dolore, al male, all’ingiustizia, al umano oblio delle regole morali che Dio stesso avrebbe insegnato. Questo Dio nascosto ed assente chiamato: Dio, Padre, onnipotente e onnisciente, dove era quando venivano ingiustamente uccisi milioni di uomini nei campi di sterminio, nelle guerre e sotto i bombardamenti atomici? Questo Dio sarebbe rimasto nascosto nel giorno dove i vivi invidiarono i morti, sebbene immaginato onnipotente e onnisciente ed amorevole nei confronti dell’uomo, egli non avrebbe mai utilizzato il suo enorme potenziale? Come un padre esistente che si disinteressa completamente dei suoi figli è moralmente più biasimabile di un padre scomparso. Papa Benedetto XVI in visita ad Auschwitz disse: Perche Signore hai taciuto? Giusta domanda angosciosa, alla quale il Papa non potrà trovare risposta. Ha scritto Onfray: I teisti hanno un bel fare contorsioni metafisiche per giustificare il male sul pianeta pur affermando l’esistenza di un Dio al quale nulla sfugge. Se Dio esistesse nascosto ed assente, sarebbe lui medesimo per primo negandosi a confermare la sua non esistenza, perché questo comportamento nascosto ed assente contraddice la sua esistenza. Quindi i dubbi e le riserve dell’uomo sull’esistenza di Dio sono una logica e legittima conseguenza del comportamento stesso di Dio (ipotizzandone l’esistenza), considerando che dal punto di vista pratico non esserci equivale a non esistere.

A questo punto mi pare il momento di trattare l’agnostismo che connota la maggioranza dei cristiani europei. Agnostismo significa “non conoscibile” ed è la posizione di coloro che di fronte all’impossibilità di dimostrare sia l’esistenza che l’inesistenza di Dio rinunciano a chiarire il quesito, ed assumono per sempre la posizione miserrima del dubbio spesso considerandolo il sommo tra i valori. La posizione agnostica è il frutto di un pensiero debole che da una parte attribuisce valore, seppur dubitativo, a coloro che affermano l’esistenza di Dio senza alcuna prova reale, e dall’altra cede all’inganno teista che considera l’impossibilità di dimostrare l’esistenza di Dio una prova della sua esistenza.  Questa pretesa teista di dimostrare l’inesistenza di Dio è assurda, perché è possibile unicamente dimostrare l’esistenza di qualcosa che esiste, ma nessuno è in grado di dimostrare l’inesistenza dell’inesistente, quindi l’impossibilità di dimostrare l’inesistenza di Dio non è una prova della sua esistenza, ma eventualmente della sua non esistenza, considerato che di tutte le cose che non esistono è impossibile dimostrarne la non esistenza, se non accontentandosi di verificarne l’assenza. I credenti in Dio, loro dovrebbero dimostrare l’esistenza di una entità che nessuno ha mai veduto, o in alcun modo percepito, ma che loro dicono esistere. Scrisse in proposito B.Russell: Molti credenti sembrano ritenere che sia compito degli scettici confutare i dogmi vigenti, anziché compito dei credenti dimostrare le verità di ciò in cui credono.  Kant nella sua critica delle prove dell’esistenza di Dio ha affermato che l’esistenza di Dio non può essere dimostrata razionalmente. L’agnostico è sostanzialmente uno scettico influenzato dalla cultura religiosa, spesso nell’agnostico si trova il desiderio di credere frustrato dal dubbio. Nell’agnostico sussistono tutti i caratteri religiosi: la mancanza di rassegnazione verso la realtà, la speranza inconsistente, è solo lo scetticismo che distingue il cristiano dall’agnostico. L’ateo è tale perche porta la certezza del vuoto del cielo, riconduce l’essenza delle divinità unicamente all’uomo, ma soprattutto ha rimosso tutte le fantasie, i sogni, e le favole e le illusioni, che non sono rilevabili nel mondo oggettivo, la rassegnazione al mondo è l’esito finale.
Un anonimo su internet ha scritto: Che Dio non esista se non nelle nostre fantasie è una verità autoevidente, così cristallina che non meriterebbe nemmeno di essere ancora discussa. Questa osservazione cinica da sola è potenzialmente in grado di piantare l’ultimo chiodo nella bara di Dio, chiudendo per sempre il problema dal punto di vista filosofico. Dio non c’è, ciò che chiamammo Dio è il prodotto delle umane fantasie, chiudiamo per sempre il discorso, e non esiste nessuna necessità di dimostrare l’inesistenza di ciò che non esiste(Dio). Il problema “Dio” è però più complesso della semplificazione logica e realista del pensatore anonimo. Ha scritto Onfray: Dio non è morto, una finzione non muore, un’illusione non trapassa mai. Dio sembra dunque immortale. Ancora Onfray:L’ultimo Dio sparirà con l’ultimo uomo. E con lui spariranno il timore, la paura, l’angoscia, macchine per creare divinità. L’unico vento che soffia nelle vele dei sostenitori di Dio consiste nell’osservare che milioni di uomini credono in Dio, uomini che si sono spezzati la schiena per elevare templi alla sua gloria, e hanno considerato Dio il più prezioso dei beni, hanno combattuto guerre hanno ucciso e sono morti nel suo nome: Perché? Di fronte a questa realtà una filosofia atea non può limitarsi a negare l’esistenza di Dio, semplicemente perché Dio ha pur sempre consistenza nella fede degli uomini, ha consistenza come mito, e questa consistenza contraddice in fondo, la totale negazione atea. Il pensiero ateista non può esaurirsi nella totale negazione, ma deve compiere il passo evolutivo spiegando l’essenza di Dio.
 Io ho negato l’esistenza del Dio che le religioni ci inducono a credere, ma sono il primo a chiedermi: ALLORA COSA E’ DIO? Rispondo osservando che Dio non è visibile, Dio non è udibile, e Dio non è toccabile, Dio è solamente immaginabile. Quindi chi non ha immaginazione non ha un Dio, è logico quindi affermare che Dio è unicamente un constructus dell’immaginazione. Feuerbach, con una brillante intuizione affermò che la teologia deve essere ribaltata per trovarvi la verità: non è vero che sia stato Dio a fare l’uomo a sua immagine e somiglianza, ma il contrario è stato l’uomo che ha creato l’idea di Dio a sua immagine e somiglianza. Si tratta allora di portare alla luce il meccanismo alienato che porta alla scissione di Dio dall'uomo. Se l'uomo è l'unica entità esistente e Dio non è altro che un sentimento contenuto nella coscienza degli uomini, allora non può essere che Dio e l'uomo siano entità diverse, in realtà Dio e l'uomo albergano in un'identica essenza, l'unica, quella umana. Dio non è quindi più il creatore degli uomini, in quanto egli è un prodotto umano, il prodotto della coscienza degli uomini. Feuerbach afferma che per il fatto che esista una scissione occorre che qualcosa sia unito, e questa unione è proprio l'identità di uomo e Dio, in quanto Dio è presente nell'uomo come sentimento del divino. Dunque il rivolgersi del sentimento a Dio non è altro che il sentimento stesso di Dio, la stessa ragione divina e la stessa ragione umana: Dio non esiste come entità a sé ma come sentimento presente nell'uomo, l'uomo produce Dio. Dio è un aspetto dell’uomo. Dio quindi non ha altra consistenza che esistere nell’immaginazione del credente. Feuerbach scrisse: Dio non lo si vede, non lo si ode, non lo si percepisce sensibilmente. Se non credo in Dio, se non penso a Dio, non esiste per me Dio alcuno.
Dunque unicamente in quanto viene pensato e creduto esiste. Nietzsche ha scritto: E’ necessario credere in Dio perche Dio non esiste, se al contrario esistesse non vi sarebbe alcuna necessita di credervi. Qui si spiega che l’esistente nella realtà è rilevabile dai sensi, quindi vero, Dio al contrario non essendo realmente presente ha bisogno di essere creduto, cioè immaginato. Sia per Feuerbach che per Nietzsche, Dio è solamente il prodotto dell’immaginazione umana prima e della credulità poi.  Non fu Dio a creare l'uomo a propria somiglianza, bensì al contrario, furono gli uomini e le donne a modellare gli dei a propria immagine e somiglianza. Ludwig Feuerbach chiosò con una certa ironia che, potendo gli uccelli concepire una religione, il loro dio avrebbe avuto le ali. Quello che veramente è onnipotente è l’immaginazione umana, lei non conosce i limiti che condizionano la realtà. Il devoto celebra nell’amore di Dio, l’amore per la sua illusione. È necessario credere perché solo attraverso il credere si può dare consistenza a ciò che consistenza reale non ha. Come sappiamo da Feuerbach: credere significa immaginare vero, ciò che vero non è: che il vino sia sangue, che il pane sia carne, e che l’uomo mortale sia un essere eterno. Dio è dove è l’uomo devoto, non esiste quando l’uomo lo ha dimenticato. L’unica consistenza di Dio è nell’immaginazione umana, perché fuori da questa non ne ha alcuna. L’idea di Dio nasce e resta solo un idea, è il prodotto dell’immaginazione, chi non ha immaginazione non ha religione, e questo Dio non uscirà mai dall’immaginazione che lo ha generato, non supererà mai quella condizione. Scrisse Feuerbach: La fantasia è quantitativamente illimitata, può ogni cosa, indistintamente, in qualsiasi tempo ed in qualsiasi luogo; in breve essa è onnipotente, onnisciente, onnipresente, appaga perciò tutti i desideri dell’uomo, ma, in cambio della moneta sonante dell’esperienza, dà soltanto istruzioni per l’aldilà, soltanto parvenze, ombre, immagini, immagini che tuttavia hanno per l’uomo più valore e realtà di quella realtà che non contiene più gli oggetti amati.
Nelle religioni monoteistiche la percezione di Dio è diversa da una religione all’altra. Nel cristianesimo tutte le divinità sono antropomorfe.  Dio è immaginato somigliante all’uomo perché già nell’Antico Testamento si legge che l’uomo è ad immagine e somiglianza di Dio, si deduce pertanto che anche Dio sarà ad immagine e somiglianza dell’uomo. Il Dio cristiano è anche definito Padre Eterno, nella preghiera più importante si ci rivolge a Lui con il nome di Padre Nostro; il Dio cristiano è detto padre perché è genitore di un uomo: Gesù Cristo, chi genera un uomo non può essere altro che uomo. Al contrario accostare il Dio islamico Allah all’uomo è ritenuto nell’Islam un pensiero blasfemo perché riduttivo della divinità. L’invocazione più comune nella religione islamica è “Allah akbar”, Dio è grande, questa invocazione indica la dimensione quasi astronomica del Dio islamico, svela l’immaginazione del musulmano che vede  Dio grande come l’universo, un’entità che sovrasta l’uomo come il creato. Quindi da un punto di vista teologico il Dio cristiano, e Allah dell’islam sono entità molto differenti. Nella religione ebraica il Dio Geova è un severo condottiero, un capo che guida il popolo eletto dal cielo, ed ha una natura super umana.

 

AMENOLFI IV  AKENATON

akenatonL’ORIGINE DI DIO La lunghissima storia dell’idea di Dio, affonda le sue radici in epoche remote, e nell’antico Egitto trova già una prova della sua esistenza in forma completa e direi quasi moderna. L’idea di Dio è antichissima, ed è datata circa 3500 anni or sono. La ricerca archeologica oggi ha dato una concreta risposta anche sull’origine del mito di Dio, ed anche degli uomini che per primi lo hanno immaginato. L’etimologia del nome “Dio” che significa “luminoso”, è un’importante indizio sull’origine di questo mito. Si ritiene che l’inventore del monoteismo sia stato un faraone della quarta dinastia che portava il nome di Amenolfi IV, meglio conosciuto come Akenaton. Akenaton morto circa 3500 anni or sono, governò l’Egitto alla metà del XIV secolo a.c. Questo faraone del quale restano innumerevoli testimonianze come le sue colossali statue custodite nel museo egizio del Cairo, era figlio di Amenolfi III vissuto dal 1402 al 1364 ac(del quale è stata rinvenuta la mummia) e di Tiy la sua sposa, fu marito di Nefertiti, e padre di Tuthankamon vissuto tra 1347 al 1338 ac(del quale è stata rinvenuta la mummia). Akenaton fu artefice di un’autentica rivoluzione teologica, abolì le divinità antropomorfe e zoomorfe dell’antica religione egizia e le sostituì con il culto di un’unica divinità Aton, che altro non era che il disco solare. Al fine di concretizzare la sua nuova religione fondo la città di Akhet-aton “l’orizzonte del disco” oggi chiamata Tell el Amarna nel Medio Egitto, nella quale fece erigere un grande tempio per l’adorazione dell’unico dio Aton., del quale Akenaton era l’unico rappresentante sulla terra.  Akenaton visse tutta la vita nella sua città nel deserto non interessandosi agli affari di stato, alla sua morte Amarna andò in rovina, ed in parte fu distrutta, sono ancora evidenti i segni di cancellazione della memoria di Akenaton e della nuova religione da lui fondata. Il figlio o nipote di Akenaton, Tutankhaton cambio il suo nome in Tutankhamon restituendo al dio dinastico Amon la sua potenza. La casta sacerdotale che era stata emarginata dalla nuova religione di Akenaton, riacquisi il suo potere. Anche se non esistono certezze, molti studiosi ritengono che l’eresia di Akenaton non si perse tra le sabbie del deserto, ma divenne la religione di una minoranza di schiavi che viveva nell’Egitto: gli Ebrei, cosi pensava anche Sigmund Freud quando scrisse nel suo libro “Mosè e il monoteismo”: Mosè diede al suo popolo in fuga dall’Egitto la stessa religione di Akenaton.  Le contaminazioni tra la religione ebraica e l’antica religione egizia sono tante, si pensi che i dieci comandamenti sono riportati nel libro egiziano del morti che è il più antico testo religioso della storia. Non abbiamo l’esatta relazione temporale tra Mosè e Akenaton, (perche non sappiamo, quando visse Mosè del quale esiste solo il racconto biblico) ma in proposito esistono due ipotesi: la prima ritiene che Mosè sia stato contemporaneo di Akenaton e abbia vissuto alla sua corte, (tesi sostenuta dal ritrovamento di papiri che ritrarrebbero Mosè alla corte di Akenaton intento a leggere di fronte alla figlia e ad Akenaton stesso). La seconda ipotesi ritiene che Mosè iniziò la sua predicazione meno di cento anni dopo la morte si Akenaton. Alla luce della storia e della ricerca archeologica oggi è possibile affermare che Akenaton è stato l’inventore di Dio e Mosè ha permesso che questa idea arrivasse ai nostri giorni, idea sulla quale si fondano le tre principali religioni monoteistiche: ebraismo, islam e cristianesimo. A riprova della mia affermazione porto uno scritto rinvenuto in Egitto nella città di Amarna e precisamente nella tomba d’Ay, che fu un famoso sacerdote alla corte del faraone Akenaton e che dimostra come a quel tempo l’idea di Dio fosse già interamente formata e completamente sovrapponibile all’idea di Dio nei nostri giorni. Questo celebre scritto è stato attribuito ad Akenaton medesimo. Tu sorgi bellissimo all’orizzonte nel cielo, o  vivo Aton, da quando desti inizio alla vita brillando a oriente sull’orizzonte e riempiendo ogni terra della tua bellezza. Sei bello e grande, mentre splendi in alto su ogni paese, e i tuoi raggi abbracciano le terre fino ai limiti da te segnati, perche tu sei il sole e raggiungi i loro confini e le assoggetti al tuo figlio diletto. Sei tanto lontano, eppure i tuoi raggi inondano la terra. Tu splendi sul volto degli uomini, eppure i tuoi moti non sono visibili. Quando tramonti all’orizzonte occidentale, la terra giace nelle tenebre come in preda alla morte. Gli uomini passano la notte nel loro letto, con la testa coperta, e non c’è occhio che veda i suoi simili. I loro beni vengono rubati anche se nascosti sotto il guanciale, ed essi non si ne accorgono. Il leone esce dalla sua tana, i serpenti mordono. L’oscurità è il solo lume, mentre la terra è immersa nel silenzio e il suo creatore riposa dietro l’orizzonte.La terra si illumina quando tu sorgi all’orizzonte, splendido come Aton durante il giorno. Tu scacci le tenebre ed elargisci i tuoi raggi. I due paesi si destano festosi, si alzano in piedi, tu li fai sorgere. Le membra sono levate, vestite, e le mani si levano in alto della tua gloriosa comparsa. Il paese intero compie il suo lavoro. Il bestiame pascola quieto nei campi. Alberi e prati rinverdiscono. Gli uccelli, si alzano in volo dai nidi, con le loro ali lodano il tuo spirito. Gli animali inebriati saltano di gioia. Tutto ciò che vola è in sosta sulla terra rivive, quando tu sorgi per loro. Le navi viaggiano verso il nord e altrettante vanno verso il sud. Ogni strada si apre al tuo apparire. Nel fiume i pesci guizzano di fronte al tuo viso. I tuoi raggi splendono sul Grande Verde (mare).Tu fai crescere il seme maschile nel ventre delle donne, tu crei i liquidi umori del genere umano, portando alla vita il figlio nel ventre della madre asciugando le sue lacrime, nutrendolo gia nel corpo materno; tu doni l’aria che fa vivere tutto ciò che hai creato, e nel giorno della nascita l’uomo esce dal ventre per respirare; tu gli apri la bocca e crei il suo sostentamento. Il pulcino pigola nell’uovo; tu gli dai aria dentro la guscio, perche possa vivere, tu lo hai creato in modo che possa rompere il guscio dell’uovo, ed esce fuori dal guscio per testimoniare la sua completezza e cammina su due zampe. Come varie e molteplici sono le tue opere. Esse sono misteriose all’intelligenza dell’uomo. Tu unico Dio, al quale nessun altro è simile. Tu hai creato la terra secondo il tuo cuore e da solo, proprio tutti gli uomini e le mandrie e greggi: tutto ciò che si trova sulla terra, gli esseri che camminano con i piedi, quelli che si librano sulle ali,i piedi di Khor (Siria e Palestina) e di Cush(Nubia), e la terra di Egitto. Tu collochi ciascuno al suo posto e crei per ciascuno il cibo adatto al suo sostentamento e stabilisci i limiti della sua vita; tu dai agli uomini lingue diverse e caratteri diversi, e il colore della pelle cambia, perché hai distinto paese da paese. Nel mondo sotterraneo tu formi la piena del Nilo e la guidi dove vuoi per dar vita ai comuni mortali, che tu hai creato per te, loro signore, che con essi lavori; tu , il signore di ogni paese, che brilli per loro, l’Aton, che splende nelle ore del giorno in tutta la sua maestà. A tutti i paesi lontani, tu hai dato la vita. Hai posto un fiume Nilo nel cielo (vale a dire la pioggia), ed esso scende per loro e fa onde sui monti come il Grande Verde per irrigare i campi e villaggi. Come efficaci sono i tuoi piani, o Signore dell’eternità   La piena del Nilo celeste è il tuo dono ai paesi stranieri e agli animali di ogni contrada, che camminano con i piedi. Ma per la terra dell’Egitto la piena del Nilo esce dal mondo sotterraneo. I tuoi raggi nutrono le praterie. Quando tu brilli , l’erba cresce e vive per te. Tu fai le stagioni perche tutte le cose che hai creato possano prosperare, l’inverno per rinfrescare, il calore estivo perche abbiamo il tuo sapore. Tu hai fatto il cielo lontano per risplendervi e vedere tutto ciò che hai creato, perche tu sei solo e risplendi nelle tue diverse forme come Aton vivo, comparendo glorioso, cinto di raggi, lontano e vicino al tempo stesso. Da te solo tu trai milioni di aspetti, città e villaggi, campi, strade, e fiume. Ogni occhi ti vede di fronte a se, perche tu sei il disco del giorno…Nessuno ti conosce se non tuo figlio Neferrkheprurè-warenrè, perche tu gli dato la capacità d’intendere i tuoi disegni e la tua forza. La terra viene alla vita sotto la tua mano allo stesso modo degli uomini. Tu hai brillato ed essi sono venuti alla vita. Tu tramonti ed essi muoiono. Tu stesso sei la vita e gli uomini vivono per mezzo tuo. Gli occhi sono di fronte alla bellezza, finche tu non tramonti. Ogni lavoro è sospeso, quando tu tramonti a destra. Sorgendo tu rendi vigoroso il re; tutte le gambe si mettono in movimento quando tu illumini la terra. Per il re; tutte le gambe sono in moto dal momento che tu hai toccato la terra. Tu fai sorgere gli uomini per il tuo figlio, uscito dal tuo corpo, il Re dell’Alto e del Basso Egitto,Colui che vive nella Verità, il Signore dei due Paesi Neferkheprurè-waenrè il figlio di Ra, che vive nella verità, il Signore dei Diademi Akenaton, grande durante la sua vita; e che lui possa vivere a lungo e prosperare la Grande Sposa Reale, che egli ama, la Signora dei due Paesi, Neferneferuaton Nefertiti.
Ritengo che si possa condividere la considerazione fatta dall’egittologo Franco Cimmino: La concezione dell’Aton si avvicinò forse più di ogni altra del suo tempo all’immagine compiuta di Dio.


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