venerdì 7 ottobre 2011


La scienza e la religione

Nel passato si è creduto che la scienza con il suo progredire avrebbe eliminato la religione, cultura che in occidente è tipica dell’epoca medioevale, ma così non è stato, infatti anche nelle società tecnologicamente avanzate le credenze religiose sono restate e condivise dalla maggioranza delle persone anche culturalmente evolute, fino all’esempio di eminenti scienziati che si definiscono credenti. Nel nuovo millennio Dio sembra resuscitato, anche di fronte a stupefacenti progressi scientifici. Tutta la mitologia supera e domina e plasma le forze della natura nell'immaginazione e attraverso l'immaginazione; quindi scompare con l'avvento di una vera padronanza su di esse (Marx).

Questa profezia di Carlo Marx non si è dimostrata vera nella realtà del mondo contemporaneo. Questo fenomeno si spiega con il fatto che la scienza e la religione sono due culture totalmente differenti e completamente antitetiche. La scienza studia e fonda le sue conoscenze sulla realtà del mondo e delle cose, la religione esiste per superare la realtà dell’uomo e del mondo, sono due cose differenti che operano in luoghi differenti. Scrisse Nietzsche: Una religione come il cristianesimo, che non viene in alcun punto in contatto con la realtà, che va immediatamente all’aria appena le realtà afferma il proprio diritto anche in un solo punto, deve per forza essere nemica della scienza.
 La religione sicuramente avrà subito innumerevoli scacchi dal progredire delle conoscenze scientifiche, quando la scienza smentì con i fatti le spiegazioni fantasiose che la religione aveva dato, ad esempio sull’origine dell’uomo (vedi il caso Darwin) La religione si è mantenuta uno spazio nei luoghi dove la scienza non potrà mai arrivare, quindi si può affermare che la scienza ha tolto spazi alla religione, ma questa ultima si è ritagliata spazi vitali nei limiti della scienza, all’interno dei suoi buchi. Ma quali sono i limiti della scienza, le lacune che hanno lasciato spazio alla religione anche all’interno di società tecnologicamente e culturalmente evolute? Il primo limite della scienza nei confronti della religione è che essa pur avendo spiegato all’uomo i misteri più lontani e infinitesimali, come l’astrofisica e la struttura del DNA, pur avendo fornito all’uomo dei mezzi formidabili nel passato nemmeno immaginabili, non ha risolto i più angoscianti problemi che affliggono l’essere umano, come la vecchiaia, la malattia e la morte.
La scienza pur essendo percepita come una potente macchina è lontana dal cuore dell’uomo, resta un freddo attrezzo materiale, un mezzo di cui servirsi, la scienza non tocca il cuore dell’uomo. Questi limiti della scienza le hanno impedito di soppiantare la religione. Recentemente il celeberrimo astrofisico Stefhen Hawking ha affermato che La scienza risponde sempre di più ad interrogativi che prima erano ad appannaggio della religione; questo non significa che la religione sia al suo tramonto, perche come abbiamo visto la ragione prioritaria della religione non è la spiegazione del mondo, ma al contrario presentare un’alternativa ad esso. La religione e nello specifico il cristianesimo, ha subito più danni dalla filosofia scientifica, dal pensiero scientifico, che non dalle scoperte scientifiche vere e proprie.
 La scienza non ha negato i principi della religione, con alcune eccezioni come vedremo in seguito, ha unicamente smentito la religione nei campi scientifici che quest’ultima aveva arbitrariamente invaso. La scienza nel suo progredire, ha diffuso un pensiero capace di valorizzare la realtà nel suo nesso, ha contribuito alla comparsa di un abito mentale concreto, finalizzato a comprendere la realtà. Questo nuovo pensiero ha connotato l’era moderna. E’un errore pensare che la scienza sia in grado di eliminare la religione, la scienza ha solamente intaccato marginalmente alcuni assunti della religione, che competevano alla scienza, ma sicuramente non ne ha compromesso l’essenza, il senso, il suo fine; questo è stato possibile solo attraverso la speculazione filosofia, una speculazione che partendo dalle ragioni della religione, attraverso la teologia ha mostrato l’inganno che si cela nel fondo di tutte le teologie e tutti gli insegnamenti religiosi.

 

IL CASO DARWIN

Nella storia la scienza e la religione sono entrate spesso in rotta di collisione, emblematico è il conflitto che divide ancora in modo netto e categorico i creazionisti dagli evoluzionisti. Nel 1859 lo scienziato biologo Charles Darwin pubblicava il suo libro più famoso: Le origini della specie. In questo libro lo scienziato divulgava la teoria della selezione naturale, che spiegata in sintesi è una teoria biologica secondo la quale tutti gli organismi viventi sia vegetali che animali si sono evoluti nel corso dei tempi, quindi le piante e gli animali che noi oggi vediamo, non esistevano nel passato e probabilmente non esisteranno nel futuro. Questa evoluzione è stata nel tempo determinata dalla selezione che l’ambiente naturale ha operato sugli organismi viventi premiando con la vita e la riproduzione gli esseri viventi meglio adattati ed eliminando con l’estinzione quelli meno adattati. Sulla scena della vita nel tempo si sono presentate innumerevoli forme di vita sia animale che vegetale, anche sotto l’azione delle mutazioni genetiche, e sempre l’ambiente e le opportunità delle diverse forme di vita hanno giocato un ruolo fondamentale per la continuazione o la fine delle specie stesse, si valuta che oggi vi siano sulla terra solo l’1% di tutte le forme di vita che sono comparse sul pianeta. Questa teoria scientifica ottocentesca ha trovato conferma nel ventesimo secolo alla luce della conoscenza dei geni e del DNA e di ricerche specifiche, questa teoria scientifica è oggi chiamata neodarwinismo. L’intuizione di Darwin è geniale e semplice nel medesimo tempo ella è in grado di spiegare la logica ed il meccanismo unico, attraverso il quale la natura ha potuto operare il miracolo della vita nelle sue molteplici forme. Il pensiero di Darwin è un esempio eccelso di una filosofia realista in grado di descrivere una realtà che l’uomo pre-derwiniano non è mai riuscito a spiegare se non attraverso la sua fantasia. I detrattori alla teoria di Darwin non si rassegnano e oggi sono particolarmente attivi negli Stati Uniti, nella loro disputa ormai disertata dagli scienziati, partendo unicamente dal loro pensiero immaginario, escludono che solo il caso possa essere stato l’artefice di tanta perfezione che si osserva nella natura; non perdonano a Darwin di avere involontariamente dimostrato l’inutilità di un creatore.  Ma la natura compie il miracolo della vita e dell’evoluzione in modo autonomo nel tempo presente, non c’è il bisogno di scomodare un creatore, l’ovulo fecondato che diventa uomo, l’uovo che diventa pulcino, la meraviglia sotto ai nostri occhi funziona da sola in modo molto complesso e mirabile. Nello sviluppo dell’embrione umano si osserva in breve tutta la storia dell’umana evoluzione. Per concludere dirò che le tesi creazioniste sono un sentimento di comprensibile meraviglia dell’uomo del passato di fronte alla bellezza e alla complicazione inspiegabile della natura; sostenere oggi le tesi creazioniste è assurdo, perché tali tesi trovano la loro origine e sostegno unicamente nella Bibbia e si ostinano a contrastare la teoria evoluzionistica ampliamente dimostrata. Scrisse Feuerbach: Il teista (creazionista) fa della propria incapacità di spiegarsi la vita a partire dalla natura, un’incapacità della natura a produrre da se la vita, trasformando così i limiti del proprio intelletto in limiti della natura. La teoria di Darwin non è stata intaccata minimamente nel suo valore da questa plurisecolare ostilità, al contrario ha trovato sempre più estimatori col progredire nel tempo delle scienze naturali che confermavano la veridicità dell’intuizione di Darwin, questa teoria potrà essere superata solo il giorno che lo studio delle scienze biologiche avrà trovato una spiegazione più realista e riproducibile di questa, com’è accaduto per altre teorie scientifiche che sembravano insuperabili, sarà superata da una teoria scientifica più pertinente e più capace più raffinata nello spiegare la realtà dei meccanismi della vita.

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