La scienza e la religione
Nel passato si è creduto che la scienza
con il suo progredire avrebbe eliminato la religione, cultura che in
occidente è tipica dell’epoca medioevale, ma così non è stato, infatti
anche nelle società tecnologicamente avanzate le credenze religiose
sono restate e condivise dalla maggioranza delle persone anche
culturalmente evolute, fino all’esempio di eminenti scienziati che si
definiscono credenti. Nel nuovo millennio Dio sembra resuscitato, anche
di fronte a stupefacenti progressi scientifici. Tutta la mitologia
supera e domina e plasma le forze della natura nell'immaginazione e
attraverso l'immaginazione; quindi scompare con l'avvento di una vera
padronanza su di esse (Marx).
Questa profezia di Carlo Marx non si è dimostrata vera nella
realtà del mondo contemporaneo. Questo fenomeno si spiega con il fatto
che la scienza e la religione sono due culture totalmente differenti e
completamente antitetiche. La scienza studia e fonda le sue conoscenze
sulla realtà del mondo e delle cose, la religione esiste per superare
la realtà dell’uomo e del mondo, sono due cose differenti che operano
in luoghi differenti. Scrisse Nietzsche: Una religione come il
cristianesimo, che non viene in alcun punto in contatto con la realtà,
che va immediatamente all’aria appena le realtà afferma il proprio
diritto anche in un solo punto, deve per forza essere nemica della
scienza.
La religione sicuramente avrà subito innumerevoli scacchi dal
progredire delle conoscenze scientifiche, quando la scienza smentì con i
fatti le spiegazioni fantasiose che la religione aveva dato, ad
esempio sull’origine dell’uomo (vedi il caso Darwin) La religione si è
mantenuta uno spazio nei luoghi dove la scienza non potrà mai arrivare,
quindi si può affermare che la scienza ha tolto spazi alla religione,
ma questa ultima si è ritagliata spazi vitali nei limiti della scienza,
all’interno dei suoi buchi. Ma quali sono i limiti della scienza, le
lacune che hanno lasciato spazio alla religione anche all’interno di
società tecnologicamente e culturalmente evolute? Il primo limite della
scienza nei confronti della religione è che essa pur avendo spiegato
all’uomo i misteri più lontani e infinitesimali, come l’astrofisica e
la struttura del DNA, pur avendo fornito all’uomo dei mezzi formidabili
nel passato nemmeno immaginabili, non ha risolto i più angoscianti
problemi che affliggono l’essere umano, come la vecchiaia, la malattia e
la morte.
La scienza pur essendo percepita come una potente macchina è lontana
dal cuore dell’uomo, resta un freddo attrezzo materiale, un mezzo di
cui servirsi, la scienza non tocca il cuore dell’uomo. Questi limiti
della scienza le hanno impedito di soppiantare la religione.
Recentemente il celeberrimo astrofisico Stefhen Hawking ha affermato
che La scienza risponde sempre di più ad interrogativi che prima erano ad appannaggio della religione;
questo non significa che la religione sia al suo tramonto, perche come
abbiamo visto la ragione prioritaria della religione non è la
spiegazione del mondo, ma al contrario presentare un’alternativa ad
esso. La religione e nello specifico il cristianesimo, ha subito più
danni dalla filosofia scientifica, dal pensiero scientifico, che non
dalle scoperte scientifiche vere e proprie.
La scienza non ha negato i principi della religione, con alcune
eccezioni come vedremo in seguito, ha unicamente smentito la religione
nei campi scientifici che quest’ultima aveva arbitrariamente invaso. La
scienza nel suo progredire, ha diffuso un pensiero capace di
valorizzare la realtà nel suo nesso, ha contribuito alla comparsa di un
abito mentale concreto, finalizzato a comprendere la realtà. Questo
nuovo pensiero ha connotato l’era moderna. E’un errore pensare che la
scienza sia in grado di eliminare la religione, la scienza ha solamente
intaccato marginalmente alcuni assunti della religione, che
competevano alla scienza, ma sicuramente non ne ha compromesso
l’essenza, il senso, il suo fine; questo è stato possibile solo
attraverso la speculazione filosofia, una speculazione che partendo
dalle ragioni della religione, attraverso la teologia ha mostrato
l’inganno che si cela nel fondo di tutte le teologie e tutti gli
insegnamenti religiosi.
IL CASO DARWIN
Nella storia la scienza e la religione sono entrate spesso in
rotta di collisione, emblematico è il conflitto che divide ancora in
modo netto e categorico i creazionisti dagli evoluzionisti. Nel 1859 lo
scienziato biologo Charles Darwin pubblicava il suo libro più famoso: Le origini della specie.
In questo libro lo scienziato divulgava la teoria della selezione
naturale, che spiegata in sintesi è una teoria biologica secondo la
quale tutti gli organismi viventi sia vegetali che animali si sono
evoluti nel corso dei tempi, quindi le piante e gli animali che noi
oggi vediamo, non esistevano nel passato e probabilmente non esisteranno
nel futuro. Questa evoluzione è stata nel tempo determinata dalla
selezione che l’ambiente naturale ha operato sugli organismi viventi
premiando con la vita e la riproduzione gli esseri viventi meglio
adattati ed eliminando con l’estinzione quelli meno adattati. Sulla
scena della vita nel tempo si sono presentate innumerevoli forme di
vita sia animale che vegetale, anche sotto l’azione delle mutazioni
genetiche, e sempre l’ambiente e le opportunità delle diverse forme di
vita hanno giocato un ruolo fondamentale per la continuazione o la fine
delle specie stesse, si valuta che oggi vi siano sulla terra solo l’1%
di tutte le forme di vita che sono comparse sul pianeta. Questa teoria
scientifica ottocentesca ha trovato conferma nel ventesimo secolo alla
luce della conoscenza dei geni e del DNA e di ricerche specifiche,
questa teoria scientifica è oggi chiamata neodarwinismo. L’intuizione
di Darwin è geniale e semplice nel medesimo tempo ella è in grado di
spiegare la logica ed il meccanismo unico, attraverso il quale la
natura ha potuto operare il miracolo della vita nelle sue molteplici
forme. Il pensiero di Darwin è un esempio eccelso di una filosofia
realista in grado di descrivere una realtà che l’uomo pre-derwiniano
non è mai riuscito a spiegare se non attraverso la sua fantasia. I
detrattori alla teoria di Darwin non si rassegnano e oggi sono
particolarmente attivi negli Stati Uniti, nella loro disputa ormai
disertata dagli scienziati, partendo unicamente dal loro pensiero
immaginario, escludono che solo il caso possa essere stato l’artefice
di tanta perfezione che si osserva nella natura; non perdonano a Darwin
di avere involontariamente dimostrato l’inutilità di un creatore. Ma
la natura compie il miracolo della vita e dell’evoluzione in modo
autonomo nel tempo presente, non c’è il bisogno di scomodare un
creatore, l’ovulo fecondato che diventa uomo, l’uovo che diventa
pulcino, la meraviglia sotto ai nostri occhi funziona da sola in modo
molto complesso e mirabile. Nello sviluppo dell’embrione umano si
osserva in breve tutta la storia dell’umana evoluzione. Per concludere
dirò che le tesi creazioniste sono un sentimento di comprensibile
meraviglia dell’uomo del passato di fronte alla bellezza e alla
complicazione inspiegabile della natura; sostenere oggi le tesi
creazioniste è assurdo, perché tali tesi trovano la loro origine e
sostegno unicamente nella Bibbia e si ostinano a contrastare la teoria
evoluzionistica ampliamente dimostrata. Scrisse Feuerbach: Il teista (creazionista)
fa della propria incapacità di spiegarsi la vita a partire dalla
natura, un’incapacità della natura a produrre da se la vita,
trasformando così i limiti del proprio intelletto in limiti della natura.
La teoria di Darwin non è stata intaccata minimamente nel suo valore
da questa plurisecolare ostilità, al contrario ha trovato sempre più
estimatori col progredire nel tempo delle scienze naturali che
confermavano la veridicità dell’intuizione di Darwin, questa teoria
potrà essere superata solo il giorno che lo studio delle scienze
biologiche avrà trovato una spiegazione più realista e riproducibile di
questa, com’è accaduto per altre teorie scientifiche che sembravano
insuperabili, sarà superata da una teoria scientifica più pertinente e
più capace più raffinata nello spiegare la realtà dei meccanismi della
vita.
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